Indipendenza per il ritiro di qualunque autonomia differenziata

Alberto Leoncini (Indipendenza, Treviso) interviene nella mobilitazione per il ritiro di qualunque autonomia differenziata proseguendo la maratona iniziata alla manifestazione del 21 dicembre 2021, Roma, Piazza SS. Apostoli.

lo stralcio dal minuto 16,50 dopo Gregorio De Falco, Paola Nugnes e Rita Campioni

il canale del Coordinamento per il ritiro di qualunque autonomia differenziata

Italia/balcanizzazione autonomista e neoliberismo reale

La mozione finale del 31 ottobre contro ogni ipotesi di autonomia regionale differenziata

Enti locali, autonomia differenziata e taglio dei servizi pubblici


Sud Italia, Recovery Fund e agricoltura. Manifestazione a Roma

Mobilitazione nazionale contro il DDL Boccia e per il ritiro di qualunque autonomia differenziata

Regionalismo differenziato/Stralciato il DDL Boccia: vittoria di tappa!

Sergio Mattarella su regionalismo e integrazione europea: confessioni di un anti italiano

Il lato oscuro del regionalismo differenziato

Lega e regionalismo differenziato

Integrazione europea e regionalismo differenziato: dentro la decostruzione dello Stato nazionale

Sergio Mattarella a Belluno: regionalismo differenziato

Senza critica all’Unione Europea, nessuna critica al regionalismo differenziato ha senso

Paolo Maddalena in opposizione al regionalismo differenziato

Regionalismo differenziato, questione settentrionale e puntini sulle “i”

Dopo il referendum in Veneto e Lombardia: quali prospettive

ass.indipendenza.info@gmail.com – info@rivistaindipendenza.org

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Sergio Mattarella su regionalismo e integrazione europea: confessioni di un anti italiano

Tappezzeria, frasi di circostanza per mascherare uno stato di cose ormai incontrovertibile: i livelli di governo subnazionali e transnazionali (euroregioni) sono parte essenziale e imprescindibile di quel disegno di disarticolazione della dimensione nazionale cui il federalismo europeo mira.
D’altro canto i balbettii dell’inquilino del Quirinale sul regionalismo differenziato e sulle spinte centrifughe ormai conclamate non solo da parte del Nord Italia -si veda ad esempio l’intendimento della Sicilia di portare il giudizio di Cassazione in Sicilia e non più a Roma, notizia passata totalmente sotto silenzio e che potrebbe portare in futuro a celebrare i processi per mafia in Sicilia, laddove si arrivasse anche ad avere sezioni penali oltre alle civili, con tanti saluti alla retorica su Falcone, Borsellino e le vittime della mafia- non sono casuali reticenze o sottovalutazioni, segnano un’accondiscendenza nei fatti a un modello che pretende la fine dello Stato unitario e del quadro di legalità costituzionale per fornire la libera agibilità alle forze economiche nel nome della ‘competizione fra territori’.
Lo svuotamento della dimensione statuale verso l’alto (Unione Europea) e verso il basso (regioni e amministrazioni decentrate) sono le due facce della medaglia liberista: porre fine alle prerogative fondamentali (moneta, imposizione fiscale, politica doganale e commerciale, amministrazione della giustizia…) per porre fine ai diritti sociali su base generale e universalistica (scuola, sanità, previdenza sociale, mobilità…) delegandone l’attuazione a enti che strutturalmente sono impossibilitati ad attuarli non essendo appunto dotati di sovranità: contro queste dinamiche Indipendenza continuerà a non far mancare la propria voce in ogni sede di intervento.

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Taglio dei parlamentari e riforma regionalista: i loro nessi e il nostro rifiuto

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Integrazione europea e regionalismo differenziato: dentro la decostruzione dello Stato nazionale

l’intervento sul regionalismo differenziato tenuto da Alberto Leoncini, della direzione politica di “Indipendenza”, associazione che ha promosso a Roma il convegno “Quale sovranità in Italia: atlantica, carolingia o nazionale?” (11 maggio 2019).

Nella relazione (“Integrazione europea e regionalismo differenziato: dentro la decostruzione dello Stato nazionale”) si mettono in evidenza le dinamiche regionaliste incentivate dalla UE, tappa intermedia per la disarticolazione degli Stati nazionali percepiti quali luoghi di garanzie e diritti (sociali in primis) possibilmente sempre più effettivi.

Nel nome della ‘competizione tra territori’ la dinamica in atto mira a creare livelli di governo subnazionali e transnazionali –le euroregioni– finalizzate a tirare la volata all’integrazione federale europea, per la quale l’indipendenza e la sovranità nazionali sono fastidiosi intralci al libero dispiegarsi delle forze economiche e geopolitiche di cui è espressione e braccio operativo.

L’attuale fase, caratterizzata da una spinta rivendicazione autonomistica da parte di tre regioni (Veneto, Lombardia, Emilia Romagna) si inserisce in un solco pluridecennale e trova i propri fondamenti nella sciagurata riforma del Titolo Quinto della seconda parte della Costituzione varata nel 2001 dal centrosinistra. Questa riforma, fra l’altro, ha introdotto all’art. 117, quello che ha ridisegnato il riparto fra Stato e regioni della potestà legislativa,  l’obbligo di coerenza all’ordinamento comunitario della legislazione nazionale. Insomma, regioni sempre più ‘autonome’, purché non si fiati sui diktat europei.

All’epoca, come ora, “Indipendenza” intervenne –con azioni e informazioni– opponendosi. Nel sito tematico dedicato alla campagna (https://noregionalismodifferenziato.home.blog/) sono riportate le nostre prese di posizione sulle riforme costituzionali del 2001 e di quella, tentata dal centrodestra e fortunatamente bocciata, del 2006.

L’intervento di cui sopra si inscrive in tale solco e intende saldare la critica al regionalismo differenziato con il rifiuto del contestuale svuotamento delle prerogative statuali da parte degli enti sovranazionali, a partire –ma senza a ciò limitarsi– dall’Unione Europea.

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