Da Nord a Sud, contro l’autonomia differenziata!

DA NORD A SUD, CONTRO L’AUTONOMIA DIFFERENZIATA!

Indipendenza è storicamente impegnata (dal 2001) nel contrasto al progetto di disgregazione nazionale mascherato come ‘autonomia differenziata’.

Esiste anche una ‘questione settentrionale’ ma essa è frutto avvelenato delle politiche e dell’austerità europea e coinvolge tutto il Paese. I problemi italiani hanno radici e matrici profondamente unitarie e si incardinano sull’adesione alle coordinate euroatlantiche, cioè alle ricette neoliberiste e mercantiliste tedesche (euro) e al bellicismo imperialista statunitense (NATO).

Il Nord Italia non è il Paese di Bengodi: inquinamento, cementificazione, deindustrializzazione, opere pubbliche di rapina (TAV, BE-BRE-MI, Pedemontana Veneta, Olimpiadi 2026, Terzo Valico, MOSE…), caro affitti, assenza di trasporti pubblici efficienti, privatizzazioni nella sanità e nei servizi sono solo alcuni dei problemi di quest’area del Paese.

Con la riforma del 2001 (L.Cost.le 3/2001, artt. 116/117) viene introdotto, accanto all’obbligo del rispetto per il diritto comunitario (UE) nell’attività legislativa, l’istituto della regione a statuto differenziato, con possibile attribuzione esclusiva e irreversibile della potestà normativa in 23 materie senza che, peraltro, possa essere minimamente messo in discussione alcun vincolo di natura europea/comunitaria.

Rifiutiamo quindi:

– La retorica della ‘secessione dei ricchi’, che non focalizza adeguatamente le cause della prospettiva di disgregazione dell’unità nazionale, di sfaldamento della Repubblica, di differenziazioni ancora più al ribasso dei diritti, con disuguaglianze più accentuate tra le regioni e al loro stesso interno.

– L’autonomia differenziata come declinazione istituzionale della ‘competizione fra territori’ veicolata dall’Unione Europea.

– Le politiche di bilancio imposte dall’Unione Europea allo Stato e agli enti locali (regioni in primis!).

– La distruzione definitiva della forma repubblicana come spazio per l’attuazione dei diritti sociali previsti dalla Costituzione.

– L’acuirsi delle differenze di opportunità fra i cittadini a seconda della loro residenza e origine.

– Il confinamento del Nord Italia a una marca periferica del blocco germanico/neocarolingio.

– L’equazione fra le legittime istanze di autogoverno delle comunità e il regionalismo (con l’autonomia differenziata avremo solo delle satrapie territoriali!).

Pretendiamo invece:

– La piena attuazione della Costituzione del 1948.

– Uguaglianza dei diritti sociali e politiche nazionali su scuola, sanità, diritto alla casa, diritto al lavoro, ecc.

– Rifiuto dei vincoli UE e dell’austerità.

– Aumento degli spazi di rappresentanza per le comunità e i cittadini.

– Uno Stato forte, efficiente e libero.

NO all’autonomia differenziata!

Sì all’autonomia dell’Italia dagli organismi sovranazionali!

ass.indipendenza.info@gmail.com – info@rivistaindipendenza.org

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9 febbraio: incontro con Marina Boscaino su autonomia differenziata e DDL Calderoli

Autonomia differenziata dopo il ddl Calderoli. E ora?

Ne parliamo con Marina Boscaino, portavoce dei Comitati NO AD

Incontro telematico
Giovedì 9 febbraio 2023 alle ore 21:00 (info e registrazione gratuita in privato)

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Contro l’autonomia differenziata: incontro con Loretta Mussi e assemblea nazionale

Autonomia differenziata: disgrega la Repubblica, aumenta le disuguaglianze!

Il caso della sanità regionalizzata con la partecipazione di Loretta Mussi

Incontro telematico

Giovedì 26 gennaio 2023 alle ore 21:00 (info e registrazione gratuita in privato)

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Domenica 29 gennaio 2023, dalle 10:00 alle 16:30, al Liceo Classico “Tasso” di Roma, in via Sicilia 168, Assemblea Nazionale dei “Comitati per il ritiro di ogni autonomia differenziata”.

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Roma, 21 dicembre presidio contro l’autonomia differenziata

PRESIDIO A ROMA PER L’UNITÀ DELLA REPUBBLICA CONTRO L’AUTONOMIA DIFFERENZIATA

21 dicembre 2022, Roma, dalle 16 alle 19 in Piazza della Rotonda, di fronte al Pantheon

Per il ritiro della bozza di legge Calderoli!

Per il ritiro dell’art. 143 della Legge di Bilancio!

C’è una grave novità nell’articolo 143 della Legge di Bilancio: si prevede di definire entro sei mesi i Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP), passando attraverso una Cabina di regia, “ai fini della completa attuazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione”. L’articolo in questione prevede tra l’altro che, qualora la Cabina di regia non arrivi a determinare i LEP entro i termini stabiliti, venga nominato entro trenta giorni un Commissario per concludere il percorso.

Con questo articolo il governo cerca da un lato di aggirare le critiche che da più parti si sono levate a livello nazionale contro l’Autonomia differenziata, dall’altro di strumentalizzare addirittura queste critiche, utilizzando i LEP per accelerare il processo. La determinazione “commissariata” dei LEP, lungi dal rallentare o addirittura impedire l’Autonomia differenziata, viene oggi utilizzata chiaramente come lo strumento per assicurarne l’attuazione.

Il Tavolo per il NO all’Autonomia differenziata ritiene che il riduzionismo dei diritti civili e sociali dei cittadini tradotti in “prestazioni”, per giunta “essenziali”, sia solo una delle gravi derive prodotte dal regionalismo. Se realizzato, nelle 23 materie previste dall’art. 116, c. 3, il decentramento legislativo porterebbe comunque alla disarticolazione della Repubblica e delle politiche pubbliche, con normative diverse, tipologie di contratti di lavoro diverse, concorrenza al ribasso sui diritti tra i territori (per attrarre investimenti al minor costo del lavoro possibile).

Sarebbe importante capire a quali LEP si riferisce la Legge di Bilancio del governo Meloni.

L’art. 143 ribadisce testualmente che la Cabina di regia dovrebbe partire da “una ricognizione della spesa storica a carattere permanente dell’ultimo triennio”, per poi definire i LEP “nell’ambito degli stanziamenti di bilancio a legislazione vigente”.

Queste formulazioni non lasciano spazio ad equivoci: i LEP devono essere veramente “essenziali”, cioè minimi. Infatti, delle due, l’una: o la “spesa storica” verrà confermata, sancendo così definitivamente l’impossibilità del superamento degli attuali enormi divari tra le diverse aree del Paese, oppure si procederà ad una “compensazione”, togliendo finanziamenti alle zone che ne ricevono di più, per trasferirli a quelle svantaggiate. Gli stanziamenti “a legislazione vigente” impediscono infatti, a priori, qualunque ipotesi di maggiori investimenti per aumentare i livelli delle prestazioni laddove servirebbe.

Tutto ciò, nella prospettiva dell’Autonomia differenziata, è strumentale a privatizzare i servizi, esternalizzarli e a ridurne i costi.

I Livelli Essenziali Assistenza (LEA), già in vigore da molti anni nella sanità, lo dimostrano, al sud in modo eclatante, ma anche al nord in modo sempre più drammatico: si tratta di livelli che non garantiscono il diritto alla salute, alle cure, alla prevenzione, con buona pace dei diritti incomprimibili. Chi può, supplisce alle carenze di personale, di reparti e di ospedali, con il “turismo sanitario”, che poi genera flussi finanziari in uscita proprio dalle regioni con minori dotazioni, verso quelle più ricche.

Di LEA si muore sempre di più e ora si vorrebbe imporre lo stesso modello per tutti i servizi, per giunta con tempi contingentati e con organismi tecnici che esautorano il Parlamento, relativamente a scelte fondamentali dalle quali dipendono i diritti civili e sociali dei cittadini.

Il momento è dunque grave: la bozza Calderoli e l’art. 143 della Legge di bilancio, produrrebbero un effetto micidiale sulla coesione nazionale.

Nelle ultime settimane, anche se ancora parzialmente, il tema dell’Autonomia differenziata è diventato oggetto di discussione pubblica. Tuttavia, i lavoratori e i cittadini non sono ancora pienamente consapevoli di cosa rappresenti l’Autonomia differenziata, né di quali pericoli riservi, per le loro vite, la sua attuazione.

Per questi motivi, il Tavolo per il NO all’Autonomia differenziata e le 700 realtà sociali e sindacali della campagna non per noi ma per tutti e tutte saranno in piazza a Roma, mercoledì 21 dicembre, dalle ore 16 alle ore 19.

Il Tavolo per il NO all’Autonomia differenziata, per l’unità della Repubblica e l’uguaglianza dei diritti

https://noregionalismodifferenziato.home.blog/

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