Italia/balcanizzazione autonomista e neoliberismo reale

In un’Italia in cui si scaricano ‘contatori’ dal referendum ‘autonomista’ e si ripropongono boicottaggi al ‘nordico’ panettone da accantonare a favore dei tradizionali dolci natalizi della tradizione meridionale si appresta a essere nuovamente introdotta, in concomitanza con la legge di bilancio, l’autonomia differenziata. Il 21 dicembre saremo in piazza contro lo specifico provvedimento, contro le prospettive centrifughe funzionali e serventi alle dinamiche eurofederaliste ma anche contro la concezione padronale delle istituzioni che Zaia esprime: non ‘azionisti’ ma cittadini, non dividendi ma diritti.

Proprio il Piave -o la Piave, per i cultori della toponomastica tradizionale- richiamato nel servizio è il simbolo per eccellenza, non a caso definito a ogni ponte ‘fiume sacro alla Patria’, dello sforzo corale e unitario compiuto dalle genti di ogni angolo dello stivale per arrestare l’avanzata del nemico, nel mentre le popolazioni sfollate venivano trasferite e accolte non di rado proprio nel Sud Italia.

Opporsi all’autonomia differenziata è un’opzione qualificante: regionalismo e integrazione europea vanno di pari passo da sempre, così come l’applicazione dei dogmi neoliberisti fatti di privatizzazione dei servizi (scuola, sanità, trasporti) e cannibalizzazione della sfera pubblica (inquinamento di aria e acqua, grandi opere e grandi eventi, cemento, allevamenti intensivi, monoculture agricole e turistiche) ha nel Veneto un modello da manuale.

Non a caso si parla solo di imposizione fiscale: qualsiasi politica pubblica attiva non finanziata attraverso la leva tributaria è da escludersi in radice e l’autonomia segnerà la definitiva consegna di qualsiasi scelta istituzionale per i cittadini veneti alle forze economiche che sono qui egemoni e alle direttrici mercatiste europee.

La pessima china in cui tale mutazione istituzionale s’inscrive va letta nella prospettiva del parlamento tagliato dal 2023, le spinte presidenzialiste ormai ampiamente sdoganate nel dibattito pubblico e, ultimo ma non meno importante, il commissariamento UE via PNRR e affini.

Un futuro radioso, non c’è che dire!

Alberto Leoncini (Indipendenza, Treviso)

la manifestazione del 21 dicembre 2021 è integralmente visibile al link

dopo l’assemblea del 31 ottobre, di cui diamo resoconto qui

Resoconto assemblea nazionale contro ogni autonomia differenziata

sono giunte numerose adesioni alla mozione finale, tra le quali la nostra a testimonianza del fattivo impegno sul fronte dell’opposizione al regionalismo differenziato come risvolto sull’ordinamento interno del processo federalistico europeo e come tappa nella disgregazione della dimensione nazionale.

In seno al Comitato è attiva la mobilitazione anche per coinvolgere i parlamentari contrari a tale scempio, seguiranno in questo senso aggiornamenti.

mozione-finale-assemblea-nazionaleDownload

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Contro l’autonomia differenziata in piazza il 21 dicembre 2021

Il 21 dicembre 2021 saremo in piazza per manifestare contro il DDL in collegato alla legge di bilancio. Presidio dalle h. 14,00 a Piazza SS. Apostoli- Roma

La mozione finale del 31 ottobre contro ogni ipotesi di autonomia regionale differenziata

Enti locali, autonomia differenziata e taglio dei servizi pubblici


Sud Italia, Recovery Fund e agricoltura. Manifestazione a Roma

Mobilitazione nazionale contro il DDL Boccia e per il ritiro di qualunque autonomia differenziata

Regionalismo differenziato/Stralciato il DDL Boccia: vittoria di tappa!

Sergio Mattarella su regionalismo e integrazione europea: confessioni di un anti italiano

Il lato oscuro del regionalismo differenziato

Lega e regionalismo differenziato

Integrazione europea e regionalismo differenziato: dentro la decostruzione dello Stato nazionale

Sergio Mattarella a Belluno: regionalismo differenziato

Senza critica all’Unione Europea, nessuna critica al regionalismo differenziato ha senso

Paolo Maddalena in opposizione al regionalismo differenziato

Regionalismo differenziato, questione settentrionale e puntini sulle “i”

Dopo il referendum in Veneto e Lombardia: quali prospettive

ass.indipendenza.info@gmail.com – info@rivistaindipendenza.org

Indipendenza interviene all’assemblea nazionale per il ritiro dell’autonomia differenziata, Roma 7 luglio 2019

“Indipendenza” ha aderito e sarà presente all’Assemblea nazionale per il ritiro di qualunque Autonomia Differenziata. Questa assemblea si terrà a Roma domenica 7 luglio 2019 (ore 10-16) nell’Aula magna del Liceo classico Tasso (via Sicilia 168).


la nostra adesione

l’appello da scaricare e diffondere (pdf)Download

Lega e regionalismo differenziato

Sergio Mattarella a Belluno: regionalismo differenziato

Senza critica all’Unione Europea, nessuna critica al regionalismo differenziato ha senso

Paolo Maddalena in opposizione al regionalismo differenziato

Regionalismo differenziato, questione settentrionale e puntini sulle “i”

Dopo il referendum in Veneto e Lombardia: quali prospettive

Al referendum sull’autonomia in Lombardia e Veneto vota “NO”

Indipendenza per il NO al referendum sull’autonomia del 22 ottobre in Veneto e Lombardia

https://noregionalismodifferenziato.home.blog/

ass.indipendenza.info@gmail.com – info@rivistaindipendenza.org

Rassegna dalla campagna elettorale al referendum autonomista

Riportiamo una sintesi dei più rilevanti contenuti condivisi sulla pagina facebook della campagna elettorale dell’autunno 2017 in modo che ne resti traccia storica:

Fronte Popolare per il NO al referendum

E l’ottimo spot elaborato

Una risposta ai pifferai del Nord (Alessandro Carnevale da ilfattoquotidiano.it)

Un contribuo del nostro socio Matteo Volpe

Da partitodelsud.eu: Al netto di alcuni passaggi ‘Nord contro Sud’ e viceversa, segnaliamo questo articolo che esprime un’idea di fondo condivisibile: chiunque abbia una visione progressista e inclusiva della società non può che rigettare l’idea di un ‘regionalismo’- radicato peraltro su regioni che sono una mera suddivisione amministrativa, alla faccia ‘dell’identità’- ispirato solo dalla logica dei ‘capponi di Renzo’ e della guerra fra poveri: dissanguati e rapinati dai padroni sovranazionali contendiamo le briciole fra una regione e l’altra. Uno dei tanti motivi per dire NO 

ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) sul referendum

Socialismo2017 su autonomia regionale, decentramento e ruolo delle provincie.

La Città Futura sul dibattito referendario

Il Partito Umanista per il NO al referendum

Una posizione blanda che non affronta gli snodi di fondo della ‘dipendenza’ che si articola su ben altre direttrici strategiche ma che sul piano contingente coglie una delle linee di fondo dell’operazione, cioè l’idea di costruire ‘Roma in laguna’. Come le vicende delle grandi opere hanno dimostrato l’attenzione alle ‘comunità locali’ degli amministratori è una pura enunciazione.

Come per il referendum costituzionale del 4 dicembre ci sono molti ‘no’, occorre quindi tenere ben distinto chi promuove tali ragioni per ragioni di bottega o per regolare dei conti che riguardano altro con chi contesta questa iniziativa sull’assunto che non incida minimamente sui nodi strutturali della dipendenza, atteso che, come disse il governatore della BCE Draghi ‘abbiamo inserito il pilota automatico’.

“La cosa evidente è che di fronte ad un referendum consultivo che non legittimerà nulla, i politici dividono l’Italia tra i baroni e i terroni.
E a chi conviene dividere un Popolo, secondo me non è un uomo che può rappresentare lo Stato.” (da movimentoesseresinistra.it)

Nulla di cui stupirsi: le destre sono serventi alle classi dominanti e non fanno mai mancare il sostegno alle iniziative utili per strumentalizzare e sterilizzare le necessità delle classi subalterne aizzando le masse contro falsi bersagli: siano essi gli emigranti o ‘Roma ladrona’, si tratta di un meccanismo ampiamente rodato.  (l’ultradestra sul referendum autonomista)

Articolo sinteticamente efficace per chiarire come ‘l’inutilità’ sostanziale si accompagni a un preciso disegno finalizzato a distrarre l’opinione pubblica dai veri temi di interesse per i ceti che subiscono il modello economico dominante: deindustrializzazione, cementificazione, tagli alle politiche sociali e cure austeritarie ‘lacrime e sangue’. 
“Ma che significa “materie di legislazione concorrente”? Che già oggi, per queste materie, “spetta alle Regioni la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei princìpi fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato”. Ergo: su tutta una serie di materie, dalla sicurezza sul lavoro all’energia, dal governo del territorio ai porti (e agli aeroporti), passando per le casse di risparmio, la protezione civile e la valorizzazione dei beni culturali, già oggi le regioni decidono e legiferano, sebbene nel rispetto dei principi fondamentali dell’ordinamento.”
“Sul piano politico, come è stato riconosciuto da più parti, esso costituisce un mezzo attraverso il quale la Lega nazionalista cerca di rinsaldare il suo rapporto col Nord, recuperando, a pochi mesi dalle elezioni politiche (e a spese dei cittadini), il vecchio argomento dell’autonomia, su cui ha campato per oltre un ventennio.” (huffingtonpost.it)

Altreconomia.it sul referendum autonomista

Linkiesta.it cinque buone ragioni per dire NO ai referendum di Maroni e Zaia

Possibile Brianza per il NO: “Non sarà invece una maggiore autonomia o un nuovo statuto a raccontare “la specialità” della Lombardia, quella specialità sì é costruita nel tempo, sulle responsabilità che i cittadini di questa terra hanno saputo assumersi, cittadini, che nel quadro dell’unità nazionale, non sono mai venuti meno al loro ruolo politico, economico e sociale. Mi auguro che domenica, i cittadini lombardi, non si accontentino di costruire una Regione speciale, ma abbiano l’ambizione di immaginare una nuova Italia speciale.”

Alcuni passaggi andrebbero ovviamente discussi e altri sono al limite della provocazione, certo è che la stragrande parte del pezzo è condivisibile e descrive uno stato di fatto oggettivo e una crisi culturale, economica e politica che non può essere nascosta come polvere sotto il tappeto.Da casacibernetica.wordpress.com

Luigi de Magistris interviene sui referendum autonomisti, cogliendo alcuni snodi importanti: anzitutto il fatto che per la struttura storica dell’Italia abbia molto più senso parlare di municipalismo e articolazioni territoriali subregionali, come le province, poi l’ineludibilità politica del ripudio dei vincoli di finanza pubblica oggi dominanti per un’Italia ‘costituzionalmente orientata’ come dice giustamente. Nord e Sud devono essere, oggi più che mai, uniti nella lotta contro il modello economico liberista e contro la filiera euroatlantica che lo promuove.