Roma, 21 dicembre presidio contro l’autonomia differenziata

PRESIDIO A ROMA PER L’UNITÀ DELLA REPUBBLICA CONTRO L’AUTONOMIA DIFFERENZIATA

21 dicembre 2022, Roma, dalle 16 alle 19 in Piazza della Rotonda, di fronte al Pantheon

Per il ritiro della bozza di legge Calderoli!

Per il ritiro dell’art. 143 della Legge di Bilancio!

C’è una grave novità nell’articolo 143 della Legge di Bilancio: si prevede di definire entro sei mesi i Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP), passando attraverso una Cabina di regia, “ai fini della completa attuazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione”. L’articolo in questione prevede tra l’altro che, qualora la Cabina di regia non arrivi a determinare i LEP entro i termini stabiliti, venga nominato entro trenta giorni un Commissario per concludere il percorso.

Con questo articolo il governo cerca da un lato di aggirare le critiche che da più parti si sono levate a livello nazionale contro l’Autonomia differenziata, dall’altro di strumentalizzare addirittura queste critiche, utilizzando i LEP per accelerare il processo. La determinazione “commissariata” dei LEP, lungi dal rallentare o addirittura impedire l’Autonomia differenziata, viene oggi utilizzata chiaramente come lo strumento per assicurarne l’attuazione.

Il Tavolo per il NO all’Autonomia differenziata ritiene che il riduzionismo dei diritti civili e sociali dei cittadini tradotti in “prestazioni”, per giunta “essenziali”, sia solo una delle gravi derive prodotte dal regionalismo. Se realizzato, nelle 23 materie previste dall’art. 116, c. 3, il decentramento legislativo porterebbe comunque alla disarticolazione della Repubblica e delle politiche pubbliche, con normative diverse, tipologie di contratti di lavoro diverse, concorrenza al ribasso sui diritti tra i territori (per attrarre investimenti al minor costo del lavoro possibile).

Sarebbe importante capire a quali LEP si riferisce la Legge di Bilancio del governo Meloni.

L’art. 143 ribadisce testualmente che la Cabina di regia dovrebbe partire da “una ricognizione della spesa storica a carattere permanente dell’ultimo triennio”, per poi definire i LEP “nell’ambito degli stanziamenti di bilancio a legislazione vigente”.

Queste formulazioni non lasciano spazio ad equivoci: i LEP devono essere veramente “essenziali”, cioè minimi. Infatti, delle due, l’una: o la “spesa storica” verrà confermata, sancendo così definitivamente l’impossibilità del superamento degli attuali enormi divari tra le diverse aree del Paese, oppure si procederà ad una “compensazione”, togliendo finanziamenti alle zone che ne ricevono di più, per trasferirli a quelle svantaggiate. Gli stanziamenti “a legislazione vigente” impediscono infatti, a priori, qualunque ipotesi di maggiori investimenti per aumentare i livelli delle prestazioni laddove servirebbe.

Tutto ciò, nella prospettiva dell’Autonomia differenziata, è strumentale a privatizzare i servizi, esternalizzarli e a ridurne i costi.

I Livelli Essenziali Assistenza (LEA), già in vigore da molti anni nella sanità, lo dimostrano, al sud in modo eclatante, ma anche al nord in modo sempre più drammatico: si tratta di livelli che non garantiscono il diritto alla salute, alle cure, alla prevenzione, con buona pace dei diritti incomprimibili. Chi può, supplisce alle carenze di personale, di reparti e di ospedali, con il “turismo sanitario”, che poi genera flussi finanziari in uscita proprio dalle regioni con minori dotazioni, verso quelle più ricche.

Di LEA si muore sempre di più e ora si vorrebbe imporre lo stesso modello per tutti i servizi, per giunta con tempi contingentati e con organismi tecnici che esautorano il Parlamento, relativamente a scelte fondamentali dalle quali dipendono i diritti civili e sociali dei cittadini.

Il momento è dunque grave: la bozza Calderoli e l’art. 143 della Legge di bilancio, produrrebbero un effetto micidiale sulla coesione nazionale.

Nelle ultime settimane, anche se ancora parzialmente, il tema dell’Autonomia differenziata è diventato oggetto di discussione pubblica. Tuttavia, i lavoratori e i cittadini non sono ancora pienamente consapevoli di cosa rappresenti l’Autonomia differenziata, né di quali pericoli riservi, per le loro vite, la sua attuazione.

Per questi motivi, il Tavolo per il NO all’Autonomia differenziata e le 700 realtà sociali e sindacali della campagna non per noi ma per tutti e tutte saranno in piazza a Roma, mercoledì 21 dicembre, dalle ore 16 alle ore 19.

Il Tavolo per il NO all’Autonomia differenziata, per l’unità della Repubblica e l’uguaglianza dei diritti

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PD Veneto: la costola dell’autonomia differenziata

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Italia/balcanizzazione autonomista e neoliberismo reale

In un’Italia in cui si scaricano ‘contatori’ dal referendum ‘autonomista’ e si ripropongono boicottaggi al ‘nordico’ panettone da accantonare a favore dei tradizionali dolci natalizi della tradizione meridionale si appresta a essere nuovamente introdotta, in concomitanza con la legge di bilancio, l’autonomia differenziata. Il 21 dicembre saremo in piazza contro lo specifico provvedimento, contro le prospettive centrifughe funzionali e serventi alle dinamiche eurofederaliste ma anche contro la concezione padronale delle istituzioni che Zaia esprime: non ‘azionisti’ ma cittadini, non dividendi ma diritti.

Proprio il Piave -o la Piave, per i cultori della toponomastica tradizionale- richiamato nel servizio è il simbolo per eccellenza, non a caso definito a ogni ponte ‘fiume sacro alla Patria’, dello sforzo corale e unitario compiuto dalle genti di ogni angolo dello stivale per arrestare l’avanzata del nemico, nel mentre le popolazioni sfollate venivano trasferite e accolte non di rado proprio nel Sud Italia.

Opporsi all’autonomia differenziata è un’opzione qualificante: regionalismo e integrazione europea vanno di pari passo da sempre, così come l’applicazione dei dogmi neoliberisti fatti di privatizzazione dei servizi (scuola, sanità, trasporti) e cannibalizzazione della sfera pubblica (inquinamento di aria e acqua, grandi opere e grandi eventi, cemento, allevamenti intensivi, monoculture agricole e turistiche) ha nel Veneto un modello da manuale.

Non a caso si parla solo di imposizione fiscale: qualsiasi politica pubblica attiva non finanziata attraverso la leva tributaria è da escludersi in radice e l’autonomia segnerà la definitiva consegna di qualsiasi scelta istituzionale per i cittadini veneti alle forze economiche che sono qui egemoni e alle direttrici mercatiste europee.

La pessima china in cui tale mutazione istituzionale s’inscrive va letta nella prospettiva del parlamento tagliato dal 2023, le spinte presidenzialiste ormai ampiamente sdoganate nel dibattito pubblico e, ultimo ma non meno importante, il commissariamento UE via PNRR e affini.

Un futuro radioso, non c’è che dire!

Alberto Leoncini (Indipendenza, Treviso)

la manifestazione del 21 dicembre 2021 è integralmente visibile al link

dopo l’assemblea del 31 ottobre, di cui diamo resoconto qui

Resoconto assemblea nazionale contro ogni autonomia differenziata

sono giunte numerose adesioni alla mozione finale, tra le quali la nostra a testimonianza del fattivo impegno sul fronte dell’opposizione al regionalismo differenziato come risvolto sull’ordinamento interno del processo federalistico europeo e come tappa nella disgregazione della dimensione nazionale.

In seno al Comitato è attiva la mobilitazione anche per coinvolgere i parlamentari contrari a tale scempio, seguiranno in questo senso aggiornamenti.

mozione-finale-assemblea-nazionaleDownload

Contro l’autonomia differenziata in piazza il 21 dicembre 2021

Il 21 dicembre 2021 saremo in piazza per manifestare contro il DDL in collegato alla legge di bilancio. Presidio dalle h. 14,00 a Piazza SS. Apostoli- Roma

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Roma: 31 ottobre, organizzazione e opposizione al regionalismo differenziato

Domenica 31 ottobre 2021, a Roma, dalle ore 9:30 alle ore 16:30, assemblea dei “Comitati contro qualunque Autonomia differenziata, per l’unità della Repubblica e l’uguaglianza dei diritti”

Diversamente da quanto annunciato, l’incontro si terrà al Centro Culturale La Strada/CSOA La Strada

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Mobilitazione nazionale contro il DDL Boccia e per il ritiro di qualunque autonomia differenziata

Venerdì 18 dicembre 2020 manifestazioni in decine di città italiane contro l’autonomia differenziata (a Roma in piazza di Monte Citorio, dalle 14,30 alle 18,30. A h.1, 16 min intervento di Francesco Labonia).

Questa mobilitazione avviene in concomitanza con l’avvio in parlamento della discussione della legge di bilancio che contiene, salvo ripensamenti dell’ultima ora, il ddl Boccia nel suo collegato e uno stanziamento per la cosiddetta “perequazione” fra le regioni.

L’iniziativa è promossa dal “Comitato per il ritiro di ogni autonomia differenziata” (di cui Indipendenza è tra i soggetti fondatori) e la “Società della Cura”.

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Taglio dei parlamentari e riforma regionalista: i loro nessi e il nostro rifiuto

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Per il ritiro di qualunque autonomia differenziata: verso l’incontro con il ministro Boccia

L’Esecutivo del Comitato Nazionale per il ritiro di qualunque Autonomia differenziata si è riunito a Roma il 15 febbraio 2020, a poche ore dalla comunicazione ricevuta dal ministro Boccia che ha fissato un incontro per ricevere una delegazione del Comitato, il 17 marzo prossimo.
Negli ultimi giorni si sono moltiplicate le dichiarazioni del governo che intendono tranquillizzare in merito al contenuto della Legge quadro, all’esclusione di alcune materie/funzioni dai processi di Autonomia differenziata, alla pre-condizione che le Intese con le Regioni possano avvenire solo dopo la definizione dei LEP e, più in generale, alla garanzia che l’Autonomia differenziata possa essere attuata nel rispetto dell’unità della Repubblica. Fonti sindacali e di movimenti come le Sardine hanno riferito di queste rassicurazioni che il governo avrebbe dato, anche modificando il disegno di Legge quadro presentato a novembre.
Noi stiamo però ai fatti: ad oggi nessuna modifica alla Legge quadro è stata resa pubblica, nessuna rassicurazione ha trovato riscontro.
Non possiamo dunque commentare le indiscrezioni o le dichiarazioni fatte, che non si appoggiano su dati certi. Ancora una volta, invece, constatiamo che l’iter dell’Autonomia differenziata non viene portato al dibattito pubblico, in modo trasparente, così da permettere alle/i cittadine/i, alle associazioni, ai sindacati e ai comitati come il nostro di partecipare alla discussione e di intervenire con iniziative tempestive.
Per questo, nel rilanciare il nostro Appello al governo e ai parlamentari per il ritiro della Legge quadro, che nella sola versione circolata finora apre la porta ai peggiori pericoli di divisione del Paese e dell’unità della Repubblica, chiediamo al Governo che qualunque novità stia intervenendo venga resa pubblica al più presto. Ciò al fine di permettere a tutte/i di esercitare i propri diritti democratici, che non si limitano al voto in occasione di qualche tornata elettorale, ma si esplicano nella conoscenza di quello che il Governo e il Parlamento preparano e discutono, per potersi organizzare liberamente nel contrastare o sostenere i processi in corso.
Sarà sulla base dei fatti che potremo valutare le eventuali novità.
Nel frattempo, consideriamo che l’appuntamento fissato dal ministro Boccia ad una nostra delegazione rappresenti un fatto molto importante, un primo risultato del nostro lavoro, dei documenti prodotti, delle assemblee nazionali realizzate, della costituzione di 40 Comitati di scopo territoriali, delle mobilitazioni messe in atto a dicembre e a gennaio.
Questo segnale ci incoraggia a proseguire il lavoro, sia a livello di Esecutivo Nazionale, sia a livello locale con i comitati di scopo, che si stanno rivelando il migliore strumento per far conoscere il pericolo alle/i cittadine/i e contrapporre ad esso l’unità della mobilitazione, dal sud al nord, nel miglior spirito di partecipazione democratica e di solidarietà tra le zone del Paese.
Le oltre 100 assemblee locali che si sono svolte, grazie al lavoro di decine di attivisti, rappresentano un risultato e un punto di partenza. Occorre proseguire in questa direzione anche per promuovere la partecipazione alla elaborazione di un documento che definisca le nostre posizioni rispetto alla fase attuale del dibattito e ulteriori forme di mobilitazione nazionale.
Si decide di lanciare sin d’ora una nuova Assemblea Nazionale, riservandosi di definire la data in funzione dell’evolversi della situazione e dei risultati dell’incontro con il ministro Boccia.
Roma, 15 febbraio 2020
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Una settimana di mobilitazione contro ogni autonomia differenziata

Nell’ambito della settimana (13-18 gennaio 2020) di mobilitazione del Coordinamento nazionale per il ritiro di ogni autonomia differenziata,

a Roma, Presidio sotto la sede cittadina della Regione Lazio.

GIOVEDI 16 GENNAIO ore 15,30 Piazza Oderico da Pordenone

> scarica e diffondi il il volantino contro ogni autonomia differenziata in pdf

volantino 1volantino 2

No all’autonomia differenziata: il volantino diffuso nella mobilitazione

Lega e regionalismo differenziato

Integrazione europea e regionalismo differenziato: dentro la decostruzione dello Stato nazionale

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Dopo il referendum in Veneto e Lombardia: quali prospettive

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Roma, 7 gennaio: programmazione e organizzazione contro l’autonomia differenziata

A Roma martedì 7 gennaio 2020

  •  alle ore 18,00, in via Ostiense 152, riunione organizzativa dei Comitati romani di Scopo “Per il ritiro di ogni forma di autonomia differenziata” ed esame della bozza di documento/piattaforma sulla questione Lep (livelli essenziali delle prestazioni). Giovedì 16 gennaio 2020 è prevista una giornata di mobilitazione nazionale con presidi sotto i palazzi delle Prefetture e delle Regioni promossa dal Comitato nazionale.
  • alle ore 20,30, in via Pullino 1 (vicino alla fermata Metro B “Garbatella”), riunione di Indipendenza su aspetti di politica interna/internazionale e organizzazione prossime azioni/iniziative.

No all’autonomia differenziata: il volantino diffuso nella mobilitazione

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Integrazione europea e regionalismo differenziato: dentro la decostruzione dello Stato nazionale

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Trasporto pubblico, autonomia differenziata e disintegrazione dell’Italia

Nato come commento ad un articolo sull’ennesimo caso di privatizzazione dei servizi pubblici, nella fattispecie quello del trasporto a Milano alla fine è uscita una riflessione che è bene socializzare più largamente, e non limitare ad una delle pagine dedicate di Indipendenza. La ripropongo integralmente:

Letto! Che dire, vanno avanti come un rullo compressore.
È necessario collegare anche questa questione del trasporto, quindi le relative realtà di lotta contro le privatizzazioni, con il “Coordinamento per il ritiro di qualunque autonomia differenziata” e le sue articolazioni, i Comitati di Scopo Locali. Tra le materie regionalizzabili previste dall’art. 117 della Costituzione riformata al Titolo V, infatti, c’è pure il trasporto (a tutto campo, peraltro: “…porti e aeroporti civili; grandi reti di trasporto e di navigazione…”).

È indispensabile unire le forze.
Battersi contro ogni autonomia differenziata è la quintessenza della questione nazionale nella sua declinazione politica attuale (unità della Repubblica, sovranità, indipendenza dai vincoli di sudditanza euro-atlantici) connessa alle sue tante e significative ricadute sociali (scuola, sanità, ambiente, lavoro e tutte le restanti materie –in totale 23– previste all’art. 117).
Con il regionalismo differenziato d’ispirazione eurounionista, la disintegrazione dell’Italia ‘dal basso’ (‘dall’alto’ ci sta pensando l’Unione Europea con i suoi Trattati, ed ora c’è anche il MES…) ed il suo ritornare ad essere una “espressione geografica”, come rilevò il cancelliere austriaco Metternich nel 1847, è nelle cose, all’ordine del giorno, e con lei andrà gambe all’aria anche quello che resta dei diritti sociali e dell’uguaglianza di trattamento già fortemente compromessi da decenni di adeguamento alle normative e direttive europee. Altro che art. 3 della Costituzione: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”!

C’è da interloquire (scrivendo o parlandoci direttamente) con le realtà di lotta operanti negli ambiti di cui sopra per invitarli a far parte del Coordinamento, segnalando l’importanza dell’operare insieme. Per restare solo in tema di trasporto, è quello che è in corso d’opera a Roma, grazie all’esperienza di Indipendenza nel coordinamento di cui ha fatto parte per il NO al referendum su ATAC del novembre dell’anno scorso (un NO alla sua definitiva e completa privatizzazione ed un SI’ ad una sua trasformazione in Azienda Speciale pubblica, una rivendicazione che di per sé può concorrere a ‘fare mentalità’ e a fungere, in prospettiva, da cortocircuito politico per tutta una serie di ‘anelli’ collegati, impianto vincolistico eurounionista in primis). Questione, questa, che a Roma si pone con rinnovata urgenza, stante la recentissima sentenza del TAR.

Insomma, è necessario che, ai fini di cui sopra, l’azione politica di Indipendenza continui ad esplicarsi anche come lavoro di raccordo tra realtà sociali e politiche sparse. E circoscrivendo lo spettro, possibile che forze che si ritengono “sovraniste” ancora tentennino operativamente ad intervenire in tema? Possibile che Indipendenza sia riuscita a portare localmente, nel Coordinamento, grazie alla rete di relazioni in continua crescita, militanti di altre organizzazioni “sovraniste”, ma ancora non ci si impegni a fondo –come organizzazioni– su una questione così decisiva che mette a rischio il futuro, l’esistenza stessa dell’Italia come Stato?

***

Come ha sempre sostenuto Comitato ATM Pubblica, gli appetiti delle cordate politico-affaristiche sono stuzzicati e non certo inibiti dalla salute dei bilanci delle imprese di trasporto pubblico. In questo senso Milano e Roma sono, come si sarebbe detto in altri tempi, ‘unite nella lotta’ a ennesima dimostrazione che qualsiasi dinamica ‘differenziatrice’ sia solo funzionale alla replicazione del modello euroatlantico dominante. Gli assi strutturali pro mercato e pro privatizzazioni sono comuni a ogni latitudine dello stivale e contro questi ultimi va organizzato il più esteso fronte a partire dalle vertenze locali fino all’iniziativa politica di rigetto di ogni autonomia differenziata, declinazione interna del processo di disgregazione dello Stato nazionale come luogo dei diritti sociali. Segnaliamo a tal proposito questo contributo di Attac Italia.

 

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Lega e regionalismo differenziato

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Roma/Atac: quali insegnamenti dalle chiusure della metro

 

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Roma: 10 dicembre, regionalismo differenziato e Unione Europea contro unità nazionale e diritti sociali

Regionalismo differenziato e Unione Europea: contro l’unità nazionale e i diritti sociali

A Roma, martedì 10 dicembre 2019
– ore 18,30: volantinaggio alla Metro B “Garbatella”;
– ore 20,00: il punto politico e organizzativo (via Pullino 1, fermata Metro B “Garbatella”).

A cura dei Comitati di Scopo dei Municipi II, IV, VIII, IX, XII, XIV
(del Comitato nazionale per il ritiro di qualunque Autonomia Differenziata)

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indi roma 10 dicembre