Trasporto pubblico, autonomia differenziata e disintegrazione dell’Italia

Nato come commento ad un articolo sull’ennesimo caso di privatizzazione dei servizi pubblici, nella fattispecie quello del trasporto a Milano alla fine è uscita una riflessione che è bene socializzare più largamente, e non limitare ad una delle pagine dedicate di Indipendenza. La ripropongo integralmente:

Letto! Che dire, vanno avanti come un rullo compressore.
È necessario collegare anche questa questione del trasporto, quindi le relative realtà di lotta contro le privatizzazioni, con il “Coordinamento per il ritiro di qualunque autonomia differenziata” e le sue articolazioni, i Comitati di Scopo Locali. Tra le materie regionalizzabili previste dall’art. 117 della Costituzione riformata al Titolo V, infatti, c’è pure il trasporto (a tutto campo, peraltro: “…porti e aeroporti civili; grandi reti di trasporto e di navigazione…”).

È indispensabile unire le forze.
Battersi contro ogni autonomia differenziata è la quintessenza della questione nazionale nella sua declinazione politica attuale (unità della Repubblica, sovranità, indipendenza dai vincoli di sudditanza euro-atlantici) connessa alle sue tante e significative ricadute sociali (scuola, sanità, ambiente, lavoro e tutte le restanti materie –in totale 23– previste all’art. 117).
Con il regionalismo differenziato d’ispirazione eurounionista, la disintegrazione dell’Italia ‘dal basso’ (‘dall’alto’ ci sta pensando l’Unione Europea con i suoi Trattati, ed ora c’è anche il MES…) ed il suo ritornare ad essere una “espressione geografica”, come rilevò il cancelliere austriaco Metternich nel 1847, è nelle cose, all’ordine del giorno, e con lei andrà gambe all’aria anche quello che resta dei diritti sociali e dell’uguaglianza di trattamento già fortemente compromessi da decenni di adeguamento alle normative e direttive europee. Altro che art. 3 della Costituzione: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”!

C’è da interloquire (scrivendo o parlandoci direttamente) con le realtà di lotta operanti negli ambiti di cui sopra per invitarli a far parte del Coordinamento, segnalando l’importanza dell’operare insieme. Per restare solo in tema di trasporto, è quello che è in corso d’opera a Roma, grazie all’esperienza di Indipendenza nel coordinamento di cui ha fatto parte per il NO al referendum su ATAC del novembre dell’anno scorso (un NO alla sua definitiva e completa privatizzazione ed un SI’ ad una sua trasformazione in Azienda Speciale pubblica, una rivendicazione che di per sé può concorrere a ‘fare mentalità’ e a fungere, in prospettiva, da cortocircuito politico per tutta una serie di ‘anelli’ collegati, impianto vincolistico eurounionista in primis). Questione, questa, che a Roma si pone con rinnovata urgenza, stante la recentissima sentenza del TAR.

Insomma, è necessario che, ai fini di cui sopra, l’azione politica di Indipendenza continui ad esplicarsi anche come lavoro di raccordo tra realtà sociali e politiche sparse. E circoscrivendo lo spettro, possibile che forze che si ritengono “sovraniste” ancora tentennino operativamente ad intervenire in tema? Possibile che Indipendenza sia riuscita a portare localmente, nel Coordinamento, grazie alla rete di relazioni in continua crescita, militanti di altre organizzazioni “sovraniste”, ma ancora non ci si impegni a fondo –come organizzazioni– su una questione così decisiva che mette a rischio il futuro, l’esistenza stessa dell’Italia come Stato?

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Come ha sempre sostenuto Comitato ATM Pubblica, gli appetiti delle cordate politico-affaristiche sono stuzzicati e non certo inibiti dalla salute dei bilanci delle imprese di trasporto pubblico. In questo senso Milano e Roma sono, come si sarebbe detto in altri tempi, ‘unite nella lotta’ a ennesima dimostrazione che qualsiasi dinamica ‘differenziatrice’ sia solo funzionale alla replicazione del modello euroatlantico dominante. Gli assi strutturali pro mercato e pro privatizzazioni sono comuni a ogni latitudine dello stivale e contro questi ultimi va organizzato il più esteso fronte a partire dalle vertenze locali fino all’iniziativa politica di rigetto di ogni autonomia differenziata, declinazione interna del processo di disgregazione dello Stato nazionale come luogo dei diritti sociali. Segnaliamo a tal proposito questo contributo di Attac Italia.

 

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Lega e regionalismo differenziato

Integrazione europea e regionalismo differenziato: dentro la decostruzione dello Stato nazionale

Sergio Mattarella a Belluno: regionalismo differenziato

Senza critica all’Unione Europea, nessuna critica al regionalismo differenziato ha senso

Paolo Maddalena in opposizione al regionalismo differenziato

Regionalismo differenziato, questione settentrionale e puntini sulle “i”

Dopo il referendum in Veneto e Lombardia: quali prospettive

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Roma/Atac: quali insegnamenti dalle chiusure della metro

 

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Una settimana di mobilitazioni per il ritiro di qualunque autonomia differenziata

Si conclude domani la settimana di mobilitazione (dal 9 al 14 dicembre; qui il calendario delle iniziative nei diversi paesi e città) indetta sul territorio nazionale dal Coordinamento per il Ritiro di Qualunque Autonomia Differenziata.

“Indipendenza”, che vi ha aderito sin dai primi passi (assemblea costituente del 7 luglio scorso), è attiva nei Comitati di Scopo Locali. Cogliamo l’opportunità per invitare simpatizzanti ed estimatori a dare il loro contributo di pensiero e d’azione all’interno di detti Comitati.
Da lunedì si continua, ovviamente, con i presidi, le assemblee, le iniziative in/formative, i volantinaggi, eccetera. Si passerà anche per i cortei, crescendo questa ‘massa critica’ di adesioni.

Si tratta di una lotta di importanza cruciale con ricadute allo stato imprevedibili per la valenza che la connota, ‘generalista’ ma allo stesso tempo particolare per la pluralità degli ambiti non secondari che investe. A ben vedere c’è in sé un legame, un nesso inscindibile tra riconquista dei diritti sociali e sovranità politica a tutto campo, che va in rotta di collisione con l’entità più «di destra», più anti-nazionale ed anti-sociale che è il baraccone europeo con le annesse variegate compiacenti compagini governative di complemento locale.

Oggi per accelerare il raggiungimento dell’obiettivo –da molti anni in essere per il tramite della UE– di disgregazione della sovranità dello Stato nazionale e di progressivo smantellamento delle conquiste sociali, come spinta dal basso s’intende operare con l’avvio a pieno regime dell’Autonomia Differenziata/Regionale (qualunque sia la forma iniziale oggi, con il tempo sarà accentuata) e dall’alto si continua ad operare tramite le istituzioni europee ed ora anche tramite il MES, il Meccanismo (eufemisticamente definito) di Stabilità Europeo.
Prendere coscienza della posta in gioco è preliminare, farlo agendo è fondamentale.

Sovranità, indipendenza, liberazione!

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Integrazione europea e regionalismo differenziato: dentro la decostruzione dello Stato nazionale

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Contro ogni autonomia differenziata: senso e prospettiva strategica della lotta

Far crescere la partecipazione, incrementare numero –e radicamento– dei Comitati di Scopo, alzare così il livello qualitativo e l’incidenza dell’azione intorno alla questione cruciale dell’autonomia/regionalismo differenziato.

Da quando ricevemmo l’invito ed aderimmo senza indugi alla proposta di convocazione di un’assemblea nazionale, fissata al 7 luglio scorso, per costituire un “Coordinamento per il ritiro di qualunque Autonomia Differenziata”, Indipendenza sta facendo la sua parte.
Ci si prodiga anche perché aderiscano altre realtà della sinistra non liquefatta, aree dissidenti interne al 5S e formazioni sovraniste che da subito avrebbero dovuto aderire (c’è chi ha cominciato ad affacciarsi…). Come è nostra prassi, si lavora pure curando i rapporti –ed allacciandone costantemente di nuovi– con militanti e simpatizzanti delle diverse realtà di cui sopra, tramite iniziative, incontri informali e quant’altro (con l’occasione ringraziamo chi –ultimi, ma non ultimi– ci ha accolto sabato a Foggia, per l’interessante dialogo che ne è scaturito e per quanto di operativo scaturirà).
Si tratta di contrastare l’autonomia differenziata su quelle 23 materie indicate in Costituzione (art. 117) decisive per le ricadute negative su quel che resta dei diritti sociali e per l’esistenza stessa dell’Italia come Stato unitario, oggetto di un attacco sempre più virulento alla sua unità nazionale, al suo diritto a non essere frantumato territorialmente in ‘marche’ carolinge (UE) e atlantiche (USA).In questi giorni si sta evidenziando ai più la valenza devastante anche del MES, Meccanismo Europeo di Stabilità (2012) e dei relativi intendimenti riformistici ancor più rigoristi e predatori del direttorio franco-tedesco dell’Unione Europea.

Ebbene, confrontarsi ed interagire nei Comitati di Scopo sarà utile per le ragioni suddette di contrasto, ed anche per conoscersi nell’azione, per allargare gli orizzonti attraverso il confronto, perché si produca una crescita politica collettiva…
La posta in gioco, del resto, l’impone.

 

A livello governativo il procedimento per l’autonomia differenziata viaggia spedito. La bozza di legge quadro preparata dal ministero di Boccia, dopo essere stata presentata ai governatori delle regioni richiedenti, è stata approvata dalla conferenza Stato-regioni.Per accelerare ulteriormente, il suo testo è stato approntato come emendamento alla legge di bilancio, per farlo passare in quella sede.
Tale bozza finge di porre un argine all’accentuazione degli squilibri fra le regioni, prevedendo la determinazione di livelli essenziali di prestazione uguali per tutte le regioni, che sono però livelli minimi e non uniformi (come vorrebbe invece l’articolo 3 della Costituzione) e per di più pone un termine di dodici mesi per la semplice determinazione (non certo l’attuazione) dei LEP (Livelli Essenziali di Prestazione), dopo il quale l’autonomia differenziata si avvierebbe lo stesso, sulla base della spesa storica che, come ben sappiamo, premia le regioni più ricche.

Occorre fare di tutto per informare la popolazione su cosa sta succedendo. Si è deciso che nella terza settimana di dicembre (a partire dal 10) si faranno sul territorio nazionale (in base alle diverse potenzialità) una serie di iniziative concordate, dal volantinaggio, ai flash mob, a lezioni in piazza per sensibilizzare. Poi nella seconda settimana di gennaio, in contemporanea, un presidio in piazza sotto le sedi delle regioni.

A Roma, martedì 3 dicembre 2019, via Flaminia 53 (sala Bianca)
– ore 16.30: Assemblea del Coordinamento romano per il ritiro di qualunque autonomia differenziata, per l’organizzazione delle mobilitazioni;
– ore 17.30: 3° seminario di approfondimento. Il bluff dei livelli essenziali delle prestazioni e la secessione silenziosa: come l’autonomia differenziata aggrava l’attuale divario Nord-Sud della spesa storica. Relatore Andrea Del Monaco, esperto di fondi europei.

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3 dicembre regionalismo

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Integrazione europea e regionalismo differenziato: dentro la decostruzione dello Stato nazionale

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Paolo Maddalena in opposizione al regionalismo differenziato

Regionalismo differenziato, questione settentrionale e puntini sulle “i”

Dopo il referendum in Veneto e Lombardia: quali prospettive

Roma, 29 novembre: integrazione europea e regionalismo differenziato, verso la disunione dell’Italia

Unione Europea, MES e regionalismo differenziato: verso la disunione dell’Italia

Roma, venerdì 29 novembre 2019, alle ore 19,30
via Luigi Barzini senior, 38
(tra metro Quintiliani e Monti Tiburtini; traversa di via Filippo Meda)

Roma, 26 novembre: riunione del coordinamento romano per il ritiro di qualunque autonomia differenziata e seminario sui LEP

A Roma, martedì 26 novembre, via Flaminia 53 (sala Bianca)

– ore 16.00: riunione del “Coordinamento romano per il ritiro di qualunque autonomia differenziata”;

– ore 17.30: seminario su “Livelli Essenziali di Prestazione (LEP) e art. 3 della Costituzione”. Relatore prof. Claudio De Fiores; presiedono Marina Boscaino e Valerio De Nardo.

Nessuna descrizione della foto disponibile.

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Dopo il referendum in Veneto e Lombardia: quali prospettive

Al referendum sull’autonomia in Lombardia e Veneto vota “NO”

Indipendenza per il NO al referendum sull’autonomia del 22 ottobre in Veneto e Lombardia

 

Roma, 15 novembre: regionalismo differenziato e Unione Europea, contro l’attacco all’unità nazionale e ai diritti sociali

L’iniziativa si inscrive nella campagna del comitato “Per il ritiro di qualunque Autonomia differenziata”. Indipendenza vi ha aderito da subito e ha contribuito alla divulgazione della prima assemblea nazionale del 7 luglio scorso.
A livello nazionale, nei luoghi dove è presente, Indipendenza farà la sua parte. A Roma ha costituito i Comitati di Scopo dei Municipi II, IV, VIII, IX, XII e XIV aperti a chiunque condivida questa rivendicazione, Comitati che agiranno in coordinamento tra loro e con altri analoghi della Capitale.

A Roma, venerdì 15 novembre 2019, alle ore 20,30
via Pullino 1 (fermata Metro B “Garbatella”)

evento facebook

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indi 15 nov

 

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Roma 11 ottobre: il punto politico e organizzativo contro il regionalismo differenziato

Il comitato nazionale “Per il ritiro di qualunque autonomia differenziata” ha preso le mosse dalla prima assemblea dal 7 luglio sulla base di un documento sottoscritto da molte associazioni di categoria e settori politici (tra cui “Indipendenza”, come rivista e come associazione) provenienti da una quarantina di città. Una seconda assemblea si è tenuta, come la precedente, al Liceo Tasso di Roma il 29 settembre (sempre di domenica). Diversi i “comitati di scopo” sorti da luglio ad oggi.

A Roma, venerdì 11 ottobre, alle ore 19,30, in via Luigi Barzini senior 38 (tra metro Quintiliani e Monti Tiburtini; traversa di via Filippo Meda) l’incontro verterà sul punto politico della questione e soprattutto organizzativo. Invitiamo chi sia interessato al tema a partecipare.

https://associazioneindipendenza.wordpress.com/

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Integrazione europea e regionalismo differenziato: dentro la decostruzione dello Stato nazionale

l’intervento sul regionalismo differenziato tenuto da Alberto Leoncini, della direzione politica di “Indipendenza”, associazione che ha promosso a Roma il convegno “Quale sovranità in Italia: atlantica, carolingia o nazionale?” (11 maggio 2019).

Nella relazione (“Integrazione europea e regionalismo differenziato: dentro la decostruzione dello Stato nazionale”) si mettono in evidenza le dinamiche regionaliste incentivate dalla UE, tappa intermedia per la disarticolazione degli Stati nazionali percepiti quali luoghi di garanzie e diritti (sociali in primis) possibilmente sempre più effettivi.

Nel nome della ‘competizione tra territori’ la dinamica in atto mira a creare livelli di governo subnazionali e transnazionali –le euroregioni– finalizzate a tirare la volata all’integrazione federale europea, per la quale l’indipendenza e la sovranità nazionali sono fastidiosi intralci al libero dispiegarsi delle forze economiche e geopolitiche di cui è espressione e braccio operativo.

L’attuale fase, caratterizzata da una spinta rivendicazione autonomistica da parte di tre regioni (Veneto, Lombardia, Emilia Romagna) si inserisce in un solco pluridecennale e trova i propri fondamenti nella sciagurata riforma del Titolo Quinto della seconda parte della Costituzione varata nel 2001 dal centrosinistra. Questa riforma, fra l’altro, ha introdotto all’art. 117, quello che ha ridisegnato il riparto fra Stato e regioni della potestà legislativa,  l’obbligo di coerenza all’ordinamento comunitario della legislazione nazionale. Insomma, regioni sempre più ‘autonome’, purché non si fiati sui diktat europei.

All’epoca, come ora, “Indipendenza” intervenne –con azioni e informazioni– opponendosi. Nel sito tematico dedicato alla campagna (https://noregionalismodifferenziato.home.blog/) sono riportate le nostre prese di posizione sulle riforme costituzionali del 2001 e di quella, tentata dal centrodestra e fortunatamente bocciata, del 2006.

L’intervento di cui sopra si inscrive in tale solco e intende saldare la critica al regionalismo differenziato con il rifiuto del contestuale svuotamento delle prerogative statuali da parte degli enti sovranazionali, a partire –ma senza a ciò limitarsi– dall’Unione Europea.

Indipendenza su byoblu.com

I VIDEO

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Assemblea nazionale contro il regionalismo differenziato al liceo Tasso di Roma

Domenica 7 luglio 2019. Liceo Tasso di Roma: un momento dell’assemblea (…malgrado il caldo intenso) contro ogni regionalismo differenziato. “Indipendenza” ha aderito ed è intervenuta nel dibattito. La macchina organizzativa sembra essersi messa in moto. Se son rose, fioriranno…

la registrazione dell’intera assemblea di Radio Radicale. Intervento di Francesco Labonia per Indipendenza (erroneamente riportato nella scansione Francesco Labona)

L'immagine può contenere: una o più persone e spazio al chiuso

la nostra adesionel’appello da scaricare e diffondere (pdf)Download

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Lega e regionalismo differenziato

Le elezioni europee ci hanno consegnato un’Italia con la Lega (Nord) primo partito con percentuali inedite di consenso nei ‘collegi bunker’ del settentrione: record in provincia di Treviso con oltre il 50% dei voti. Già a spoglio in corso Salvini e soci hanno rilanciato sul tema dell’autonomia e del regionalismo differenziato, a ennesima dimostrazione che qualsiasi prospettiva ‘nazionale’ è una pura invenzione a uso e consumo dei media, così come asseriti ‘sovranismi’ vari ed eventuali.

È evidente che quello sia il terreno su cui la Lega punta ad andare all’incasso, direzionando sapientemente il profondo malcontento del Nord funzionalmente agli interessi delle classi dominanti continentali.
Molte delle più rilevanti ragioni di scontento per l’elettorato di riferimento sono derivanti da normative comunitarie (“bail in” nelle crisi bancarie, fattura elettronica, imposizione indiretta come l’IVA…), eppure si vende a quello stesso elettorato l’idea che asservendosi ancor di più all’orbita neocarolingia e divenendone una marca periferica le cose miglioreranno. In altri termini, non solo si vuol mettere la volpe a guardia del pollaio ma anche restringerne l’area, così da agevolarle il lavoro e risparmiarle inutili fatiche.

Queste considerazioni, banali, non sono però oggetto di denuncia da parte delle varie ‘opposizioni’ perché ciò implicherebbe la messa in discussione dell’ordinamento comunitario e degli assetti di governo in tale sede propugnati, fatto impossibile nell’attuale scenario politico. Cosa resta, dunque? Un Paese in cui si acuiranno profonde divisioni con una parte tutt’altro che al riparo da problemi, valga a titolo d’esempio la lettura di autorevoli studi (qui  e qui )che hanno con chiarezza articolato il nesso fra crisi economica e fenomeni suicidiari proprio nel cuore dei feudi leghisti. Storie che pensavamo relegate alla Grecia sotto il tallone della Troika e che invece ci parlano di quell’area che, nella vulgata, è ‘fuori dalla crisi’ e ‘proiettata verso l’Europa’.

Indipendenza non può che ribadire il suo impegno nell’opposizione a questa esiziale dinamica e invita amici e simpatizzanti ad aderire alla pagina della campagna tematica e a divulgare i contenuti del sito tematico  così come a intervenire nei luoghi di lavoro, aggregazione e istruzione per portare la prospettiva di un’alternativa di società su presupposti radicalmente diversi dagli attuali.

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