EUSALP, regionalismo differenziato ed euroregioni. Prove tecniche di colonizzazione

Indicative le dichiarazioni dell’assessore Roberto Marcato (Lega [Nord?]) con tanto di fazzoletto di San Marco in bella vista: a margine di un incontro a Venezia di EUSALP, il programma comunitario dedicato all’arco alpino, l’esponente del partito sedicente ‘sovranista’ esprime con chiarezza una visione convintamente europeistica, tutt’altro che critica nei confronti delle istituzioni comunitarie e assolutamente accondiscendente al modello economico che esse promuovono. Programmi transnazionali come EUSALP, euroregioni (Alpe Adria) e regionalismo differenziato sul piano dell’ordinamento interno sono diversi strumenti operativi per disarticolare le strutture statuali e con esse il portato dei diritti costituzionali, nella prospettiva di creare un arcipelago di aree politicamente prive di rappresentanza, in perenne lotta fra loro per la sopravvivenza sotto il ferreo tallone eurounitario e le sue ricette antipopolari.

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Sulla Lega salviniana, tutt’altro che ‘sovranista’ e ‘nazionalista’

C’è chi, in Italia, propone terze vie rispetto a due entità viste come tra loro opposte, e nei confronti delle quali ci si vorrebbe contrapporre: da un lato la “globalizzazione neoliberista” di cui la UE è un’espressione e dall’altro la Lega salviniana “sovranista” e “nazionalista”.

Sono in diversi, salvo rarissime eccezioni, a convenire su detta contrapposizione, un gioco di specchi e di interessi politici che è trasversale a forze politiche interne ed estere, passando per il sistema massmediatico dominante, ad includere, paradossalmente, le stesse entità in questione (istituzioni UE e Lega). Ci si sforza di distinguersi, da angolazioni diverse, proprio assumendo quella opposizione non fondata e mal posta (nel caso della Lega) in quei termini. Se le motivazioni e gli ‘interessi’ sono indubbiamente diversi, convergente è l’interesse a mal attribuire quei concetti (vere e proprie idee-forza) di sovranità e di nazione. In tal modo, a ben vedere, rivelando la propria inconsapevole o inconfessabile internità al quadro sistemico dominante, conflittuale al suo interno, della “globalizzazione neoliberista”.

Nell’analisi di Indipendenza 1. non c’è opposizione tra UE e Lega ma, al più, una diversificazione interna allo stesso mondo global/liberista (tra settori di classe dominante ‘carolingia’ e settori di classe subalterna e sub-dominante ‘padana’ aspirante, peraltro illusoriamente, ad un’ascesa di ‘status’) 2. di “sovranista” e di “nazionalista” nella Lega di Salvini non c’è nulla, ma proprio nulla, ma assolutamente nulla. Il supposto “sovranismo” si è sciolto come neve al sole nel più consono alter-europeismo ‘made in USA’ (fintantoché i carolingi non saranno più ‘accoglienti’…) ed il fantasmagorico “nazionalismo” è il sottile velo che malamente copre appetiti locali di classi lombardo-venete desiderose di transitare in una piattaforma macro-regionalista di circolazione più proficua degli sghei/schei (denaro).

Al netto di un lungo argomentare di esempi, l’obiettivo leghista del “regionalismo differenziato” è infatti la quintessenza della negazione della sovranità nazionale e allo stesso tempo della correlata introiezione ideologica della frantumazione degli Stati-nazione politicamente periferici nell’Unione Europea, con relativa integrazione di porzioni di esso nella sfera carolingia (franco-tedesca).
Insomma, la verniciatura “sovrana” e “nazionale” (nel senso di “italiana” e non più fantasmagoricamente padana) del decantato nuovo corso della Lega salviniana è sempre stata una colossale mistificazione per chi avesse l’occhio attento ai contenuti programmatici. Ci si è presentati “nazionali” proprio per realizzare il tradizionale obiettivo della Lega Nord di transizione in una macro-regione carolingia. Oggi detta verniciatura “sovrana” e “nazionale” si sta scrostando platealmente nel suo essere in sintonia con una prospettiva di implosione/frantumazione dell’Italia non sgradita alle ambizioni di potenza franco-germaniche e di inserimento del nord Italia in una macro-regione satellitare della Germania (leggasi: in condizioni ‘sudiche’, in senso geografico e di trattamento ‘sociale’, con una facilmente prevedibile forte forbice interna di interessi di classe).

Ora, resta un interrogativo che invitiamo a sciogliere: nella variegata (quantunque fortemente ridimensionata) “sinistra” (“moderata”/”radicale”), nella ancora ben più modesta area del cosiddetto “patriottismo costituzionale”, perché si ha interesse a reiterare, nonostante tanti riscontri a contrasto, questa bufala cosmica della Lega salviniana “sovranista” e “nazionalista”?

Senza critica all’Unione Europea, nessuna critica al regionalismo differenziato ha senso

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